Il test dell’HIV

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Le stime epidemiologiche indicano che in Italia circa un terzo dei sieropositivi non è consapevole del proprio stato di infezione. La sola maniera per accertare se si è contratto il virus dell’HIV è il TEST.

Il test nelle strutture pubbliche del Sistema Sanitario Nazionale è gratuito ed anonimo. Esso consiste in un semplice prelievo di sangue che va effettuato dopo circa un mese dall’episodio considerato ‘a rischio’. Infatti, dopo circa 1 - 3 mesi (detto ‘periodo finestra’) da tale episodio, l’organismo umano sviluppa specifici anticorpi che, pur non essendo in grado di sconfiggere il virus, ne segnalano la presenza nell'organismo (infezione): il test va a ricercare questi anticorpi per dare la diagnosi di HIV positivo. Le donne in gravidanza che risultano positive al test di HIV hanno accesso ad un trattamento medico preventivo, cioè ad una terapia farmacologica che impedisca il contagio al feto.

Tale test non è obbligatorio in gravidanza, ma nelle strutture pubbliche è un test esente da ticket e consigliato perché una donna incinta HIV positiva può trasmettere l’infezione al proprio bambino sia durante la gravidanza, sia durante il parto, sia dopo la nascita durante l’allattamento. Per impedire che ciò avvenga vengono prescritti dei farmaci antiretrovirali sia prima che dopo il parto.

Gli ambulatori dove effettuare il test si trovano generalmente presso le ASL o nei reparti di malattie infettive degli ospedali, inoltre la legge prevede che in ogni provincia siano presenti degli ambulatori “testing and counselling” HIV ad accesso diretto. Venire a conoscenza della sieropositività all’HIV è importante: si è consapevoli del proprio stato e si assumono comportamenti in grado di impedire di contagiare il proprio partner e altri membri della propria famiglia, si può intraprendere al più presto una terapia che migliori la propria condizione di sieropositivo.